La leader di Fratelli d’Italia ufficializza la sua candidatura a Palazzo Chigi.
Se il suo partito prenderà “un voto in più” sarà stesso lei, Giorgia Meloni, a guidare il paese. “Presumo che sarei io premier, perché non dovrei esserlo?” dice la leader che i sondaggi mostrano come prima per indice di gradimento, oltre a dare il suo partito primo d’Italia ormai da mesi. Ad un mese e mezzo dalle elezioni però Meloni vuole rimanere cauta e non dare nulla per scontato anche perché teme più i suoi alleati che i suoi nemici.
Lo stesso Salvini sembra pronto a rinunciare alla carica dei suoi sogni, ovvero il ministero dell’Interno, per diventare leader nel caso in cui fosse la Lega ad arrivare primo partito. “Sono pronto ad assumermi l’onore e l’onere di prendere per mano questo paese e di scegliere il meglio per questo paese” ha rivendicato il leader del Carroccio. Mentre da centrosinistra arrivano buone notizie per Meloni che però frena gli entusiasmi.
La sfida è un duello tra Meloni e Letta
“E’ vero che se il fronte avversario è diviso è più facile vincere nei collegi, ma con il maggioritario sono attribuiti solo un terzo dei seggi, il resto è proporzionale” spiega Fazzolari di FdI. In sostanza, quello che si ottiene con i collegi uninominali si può perdere con il proporzionale. Secondo i calcoli degli esperti se Calenda superasse il 7-8% potrebbe avere più eletti sottratti al centrodestra, soprattutto Forza Italia. Con questa legge elettorale le incognite restano tante e non sono ammesse le minime perdite.
Per questo motivo Giorgia Meloni blinda i suoi e continua a considerare il suo sfidante solo Enrico Letta, come lui considera lei l’unica sfidante. In questo marasma di coalizioni e liste e alleanze, alla fine si risolve in un duello tra Meloni e Letta.